Alessandro Manzoni - Inni Sacri Tragedie | Garzanti Libri
Autore: Alessandro Manzoni
Editore: Garzanti Libri
Tipologia: Libro usato vintage
EAN: 2561892422489
ANNO DI EDIZIONE 1974
PAGINE 262
LINGUA Italiano
Alessandro Manzoni
1785, Milano
Sua madre Giulia Beccaria, figlia di Cesare, il famoso giurista e filosofo, aveva sposato controvoglia Pietro Manzoni, ricco possidente del lecchese, assai più anziano di lei; Alessandro nacque dopo due anni e mezzo di matrimonio, e probabilmente fu il frutto di una relazione adulterina con il più giovane dei fratelli Verri, Giovanni. Il matrimonio ebbe breve durata e nel 1795 Giulia andò a convivere con il conte Carlo Imbonati, con il quale si stabilì a Parigi. Intanto Alessandro riceveva la sua prima educazione nei collegi dei padri somaschi, a Merate, fino al 1796 e poi, fino al 1798, a Lugano; si trasferì quindi a Milano nel collegio dei Nobili, retto dai barnabiti e vi stette fino al 1801. www.lafeltrinelli.it
Composto nell’estate del 1813, Il Natale, terzo degli Inni Sacri manzoniani dopo La Risurrezione e Il nome di Maria, celebra il mistero dell’Incarnazione di Dio, attingendo a molteplici fonti delle sacre scritture, dal profeta Isaia al libro di Giobbe, ai Salmi, ai Vangeli, all’innografia ecclesiastica. Rispetto al gusto più “teatrale” delle sequenze della Risurrezione, l’inno ha un andamento più distesamente narrativo, svolgendo la materia sacra in strofe di settenari sdruccioli e piani legate a coppie dalla rima tronca. L’inno comincia con l’efficace similitudine del masso precipitato dalla montagna, che nessuna forza naturale potrà mai riportare sulla cima: come quel masso, così anche l’uomo giaceva sul fondo della sua misera condizione dopo il peccato originale (vv.1-21). Segue (vv. 29-42) l’annuncio della Natività (“Ecco ci è nato un Pargolo, / ci fu largito un Figlio”) con una fedele trasposizione in versi dei testi sacri, ma anche con uno slancio lirico originale che, nel rendere il senso di rinascita del mondo prima abbandonato da Dio, riecheggia il poeta latino Virgilio (i tronchi prima secchi, ora stillano miele). Al centro della composizione (vv. 43-56) sta un’assorta riflessione sull’imperscrutabilità del volere divino e sul mistero della Grazia (un tema molto sentito dal Manzoni e caratteristico del giansenismo). La parte finale dell’inno racconta l’evento meraviglioso della nascita, con particolare riferimento all’ambiente umile e povero nel quale si manifesta un evento tanto sublime (i “poveri panni” del bambino; “l’albergo poveretto” in cui egli è nato; l’angelo che reca la notizia non ai “potenti” ma ai “pastor devoti”). Insieme a momenti di enfasi retorica o di pura trascrizione in versi delle fonti bibliche, si aprono in questa parte squarci intensamente lirici, come il volo delle schiere angeliche o la finale “ninna-nanna” (“Dormi, o Fanciul, non piangere”) solennemente intonata su immagini della Scrittura (vv. 99-112). www.internetculturale.it
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